GAMING DISORDER: LA DIPENDENZA DA GIOCHI ON LINE

Con il termine inglese Gaming Disorder, intendiamo la patologia della dipendenza da giochi on line.

 

Di cosa si tratta esattamente?

L’Organizzazione mondiale della Sanità, Oms, lo scorso Giugno ha riconosciuto in modo ufficiale la dipendenza da giochi on line come una vera e propria patologia. E, con il termine Gaming Disorder, è stata inserita nelle patologie mentali della classificazione internazionale delle malattie (ICD).

Tra le caratteristiche della dipendenza da gioco on line troviamo:

  • Comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi della vita;
  • Compromissione del controllo sui videogiochi;
  • Crescente priorità data al gioco rispetto ad altri ambiti della propria vita;
  • Continuazione o escalation nel giocare nonostante palesi effetti negativi.

Tra le possibili conseguenze abbiamo:

  • Problematiche relazionali, in famiglia e con i pari;
  • Problematiche sociali, nel contesto scolastico, educativo e professionale;
  • Problematiche fisiche, quali disturbi del sonno ed alimentari.

L’importanza della diagnosi

Gli esperti spiegano che è stato importante inserire tale patologia nella classificazione internazionale al fine di formulare in modo più semplice un’eventuale diagnosi ed un’opportuna terapia. Quanto prima si comprende il disagio portato dal soggetto a causa di un uso eccessivo dei videogiochi, tanto prima sarà possibile trovare una soluzione ad hoc per il singolo.

Essendo una vera e propria dipendenza, le terapie saranno focalizzate sulla comprensione del significato stesso della dipendenza con la possibilità di diventare autonomi rispetto alla capacità di scelta e presa di consapevolezza delle possibili conseguenze negative che tale disturbo può arrecare.

Bambini ed adolescenti a rischio

Giocare on line  davanti ad un dispositivo elettronico è diventato uno scenario ormai tipico della nostra società. Con l’avvento di Internet e dei social media, la crescita dei bambini e dei ragazzi è immersa in queste nuove -e nemmeno troppo nuove, ormai- forme di passatempo.

Difficile pretendere un’infanzia e un’adolescenza completamente lontana ed isolata dai videogiochi. Come tante altre invenzioni, i videogiochi sono entrati nella vita quotidiana dei ragazzi e sarebbe inopportuno credere che non esistano. Esiste però il modo per poterli utilizzare in modo consapevole educativo e non nocivo. Esistono, ad esempio, diversi videogiochi deputati alla stimolazione della concentrazione che possono essere utilizzati con finalità terapeutiche.

È opportuno saper controllare i soggetti più giovani tramite regole da parte delle figure di riferimento, evitando dunque di lasciar scegliere modi e tempi al singolo. Il rischio di Gaming aumenta infatti, laddove, la libertà di scelta e la scarsa consapevolezza dell’utilizzo del videogioco viene meno.  


Film: Da Spielberg a Black Mirror

In ambito cinematografico il tema dell’integrazione tra vita quotidiana e realtà virtuale è estremamente attuale. Il termine “futuro distopico” è diventato di uso comune così come la sua rappresentazione filmica , e sono diversi i registi che provano a dare espressione alla propria visionaria immaginazione riguardo un futuro non troppo lontano.

Tra le proposte più recenti, magistrale è quella del maestro Steven Spielberg con il suo Ready Player One (2018), un film sull’evasione da una realtà priva di prospettive. Siamo nel 2045, la popolazione versa in condizioni di estrema povertà controbilanciate però da una fuga nel virtuale, realtà in cui la gente si riversa nella speranza di compensare le proprie mancanze: dai sentimenti ai traguardi personali.

Il tema dell’avatar e quindi della depersonalizzazione e dell’ identificazione con un personaggio di fantasia è centrale, i protagonisti infatti sono tutti ragazzi adolescenti, e proprio nell’età in cui prende forma la propria personalità, ecco che essi si nascondono dietro un personaggio virtuale, creando un se ideale che regge solo nel videogioco, e che diventa una barriera quando i ragazzi devono confrontarsi con la realtà che li circonda.

 

Ready Player One è una pellicola che si ricorda soprattutto per strabilianti effetti speciali e per le continue citazioni a film, fumetti e videogiochi, per la felicità del popolo geek.

Black Mirror 3×02

Ben più inquietante e meno d’intrattenimento la serie Black Mirror che tratta proprio i rischi e pericoli derivanti da un uso sbagliato della tecnologia. Riguardo al tema dei videogiochi non si può non citare la seconda puntata della terza stagione: giochi pericolosi (Playtest). La puntata, con una vena horror, ci parla dei rischi della fuga dalla realtà: è proprio questo bisogno di evasione che porta il protagonista a spingersi oltre i limiti delle sue percezioni, accettando di fare da tester per la sperimentazione di un singolare progetto sulla realtà aumentata. La riflessione è incentrata sul tema fuga dalla realtà vs. impossibilità di scappare dalle proprie paure e dalla propria realtà interiore.

 


Link utili

http://www.who.int/features/qa/gaming-disorder/en/

http://www.escteam.net/it/internet-gaming-disorder.html

 

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