Intrappolati nella rete – Hikikomori

La sindrome degli hikikomori raccontata nel nuovo cortometraggio “Happy Birthday” presentato alla Mostra del cinema di Venezia

In esclusiva su RaiPlay è possibile vedere il nuovo corto “Happy Birthday”, diretto da Lorenzo Giovenga. E’ stato presentato alla 76° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. 

La scena si apre sulla festa di compleanno di Sara, la giovane protagonista interpretata da Jenny De Nucci: vita reale e vita immaginaria si mescolano in un tempo che appare congelato, dove personaggi stravaganti e mascherati fanno la loro comparsa per ravvivare l’ambiente. 

i compleanni devono essere per forza tutti belli, perfetti, euforici…

un’affermazione di Sara che tradisce il suo reale vissuto emotivo, in netto contrasto con l’atmosfera favolistica e festosa nella quale è immersa suo malgrado. Probabilmente è proprio questa mancanza di sincronia con il tono emotivo dei suoi coetanei che la fa rifuggire dagli ambienti reali e “affollati”: fuori dal suo controllo, dunque ingestibili

Sara rifiuta qualsiasi contatto sociale e trascorre le giornate chiusa a chiave nella sua stanza. Non riesce a comunicare neanche con la propria famiglia e rifiuta ogni forma di aiuto, nonostante il suo evidente stato d’animo sofferente.

Il padre che vive con lei (ma senza di lei) si cala virtualmente nei panni di un coetaneo e cerca di entrare nel suo mondo per strapparla via dalla trappola e ricondurla finalmente alla realtà (e alla libertà).

Achille Lauro

Il cortometraggio ha visto la partecipazione del cantante Achille Lauro, la cui interpretazione di “Midnight Carnival” apre le porte al mondo virtuale, croce e delizia di Sara: un mondo che, seppure apparentemente “governabile” e nel suo controllo, rivelerà ben presto la sua fragilità ed inconsistenza.

Quali sono le caratteristiche degli hikikomori?

Il termine “hikikomori” deriva dal giapponese e significa appunto “stare in disparte”. Tale sindrome si è sviluppata inizialmente in Giappone negli anni ’80 e solo successivamente si è diffusa anche in Europa e nel resto del mondo. Per tali motivi esistono ancora pochi studi di ricerca che trattano questo particolare fenomeno in occidente.

Le cause del fenomeno possono variare a seconda dei contesti e della cultura di origine: ad esempio, sappiamo che la cultura giapponese è fortemente omologante e competitiva, per cui un giovane deve mirare all’eccellenza per emergere; laddove non riesce a soddisfare tali aspettative, tende ad uscire di scena e a rifugiarsi in casa, evitando qualsiasi tipologia di contatto e di confronto con gli altri

Ulteriori cause potrebbero risiedere nei rapporti sociali: talvolta gli hikikomori si ritirano dal mondo, in primis dalla scuola, perché sono vittime di bullismo e da ciò possono scaturire altri disturbi, come la fobia sociale, l’agorafobia, l’ansia.

Nel cortometraggio “Happy Birthday” è presentata questa definizione:

Gli hikikomori sono coloro che si isolano volontariamente dalla società per mesi o anni, schiacciati dalle pressioni sociali e dal giudizio altrui”.

Sono adolescenti e giovani adulti, prevalentemente maschi; talvolta intelligentissimi ma introversi, che tendono a rinchiudersi in sé stessi e ad isolarsi dalla società, perché non ne condividono i valori e per sottrarsene scelgono come soluzione estrema l’autoisolamento. 

L’abbandono scolastico e il ritiro sociale sono le prime avvisaglie di questo nuovo fenomeno, sempre più diffuso ormai anche nel mondo occidentale (in Italia si stimano oltre 100mila casi) e coadiuvato dall’apporto delle nuove tecnologie e di internet.

Anche se non è detto che il fenomeno degli hikikomori coincida esattamente con la dipendenza da internet: il nucleo fondante la patologia, infatti, non è la dipendenza dalle nuove tecnologie e da internet, ma il ritiro sociale e il totale rifiuto di qualsiasi contatto con l’esterno.

Quali sono i maggiori ostacoli alla cura della sindrome degli hikikomori?

Non essendoci ancora una vera e propria diagnosi riconosciuta, con dei criteri stabiliti e universalmente validi, è difficile individuare questi casi in tempi utili per un intervento tempestivo. 

Inoltre, alcuni aspetti della manifestazione clinica della sindrome degli hikikomori potrebbero confondersi con sintomi di altre patologie psichiatriche come la depressione o la psicosi, che anche includono il ritiro dalla società.

Una voce fuori campo nel cortometraggio descrive bene uno dei principali ostacoli alla “cura” di questo tipo di patologia:

Il percorso psicoterapeutico può rivelarsi inconcludente senza una reale motivazione da parte dell’hikikomori a cambiare il proprio stato. I genitori faticano a relazionarsi con i propri figli”.

Come in tutte le patologie che hanno nel loro nucleo il rifiuto dell’altro e il disinteresse o la difficoltà nel chiedere aiuto, è complesso intervenire e svincolare il giovane dalla presa della malattia. Per questo motivo, i maggiori alleati della guarigione sono in primis i familiari.

Come affrontare i primi segnali di ritiro dei figli?

Marco Crepaldi, specializzato in psicologia sociale e comunicazione digitale, nonché fondatore dell’Associazione Nazionale Hikikomori Italia, in una recente intervista per Repubblica, si rivolge proprio ai genitori e fornisce degli utili suggerimenti per aiutare i propri figli a superare la crisi:

  • è fondamentale che l’adolescente ritirato torni ad avere fiducia del prossimo, in primis dei propri familiari, se vogliamo che torni anche ad aprirsi al resto del mondo (psicologi, insegnanti, compagni etc.);
  • non bisogna dare per scontato che il rifiuto di andare a scuola sia un mero capriccio, ma comprendere che potrebbe trattarsi anche della manifestazione di un disagio;
  • sospendere il giudizio nei confronti dell’adolescente, cercando di immedesimarsi nel suo stato d’animo e cogliere la fonte del disagio;
  • favorire il cambiamento prima a livello di pensiero e poi di azione, rispettando i tempi dell’adolescente e attivando le sue risorse.

Soltanto dopo aver effettuato questi passaggi sarà possibile reintegrare il ragazzo nel mondo sociale, esponendolo gradualmente alle esperienze relazionali.

Vi lascio ora al link per visionare il cortometraggio “Happy Birthday” in esclusiva su RayPlay

Be first to comment

due × uno =