Perchè partiamo? La psicologia del viaggiatore

Il film consigliato: Mangia, prega, ama (Eat Pray Love) di Ryan Murphy (2010)

Da sempre l’uomo ha la propensione al viaggio. A spostarsi e a muoversi per conoscere posti nuovi, cercando nuove opportunità.
È un istinto primordiale che ha permesso alla specie umana di soppravvivere fin dall’antichità,
cercando luoghi più ospitali. Se così non fosse stato, il mondo come lo conosciamo oggi non ci
sarebbe. E non ci sarebbe stato il progresso dell’umanità. Dapprima si viaggiava per questioni di pura sopravvivenza, come può essere la ricerca di cibo e acqua; successivamente i viaggi sono stati fatti per conquistare nuove terre ed espandere i propri territori.

Oggi, nell’era della globalizzazione e con mezzi di trasporto sempre più veloci, viaggiare è diventato
parte delle nostre vite, anche se le motivazioni sottostanti sono molteplici. Vediamole di seguito.

Tanti viaggi per tante motivazioni
Le motivazioni sono sostanzialmente legate o al piacere del viaggio stesso o a questioni prettamente
economiche e lavorative.

Le prime sono legate ad una

  • motivazione intriseca: viaggiamo perchè ci piace, perchè ci appaga scoprire posti nuovi.

Le seconde hanno una

  • motivazione estrinseca: viaggiamo per avere nuove opportunità, come un maggior
    benessere economico, basti pensare alla questione immigrazione; oppure per avere una
    maggior soddisfazione a livello professionale.

La motivazione che sta alla base di un viaggio è studiata da una branca della psicologia sociale che
studia Il fenomeno sia da un punto di vista prettamente sociologico sia psicologico.

 

Cosa comporta viaggiare
A prescindere dalla motivazione, viaggiare implica uno spostamento: da un luogo familiare verso un
luogo nuovo.
Che si tratti di cambiare città, nazione, o continente, la persona abbandona il proprio “nido” con le
proprie sicurezze per scontrarsi con una realtà priva di certezze e con nuove sfide da affrontare.
Viaggiare comporta quindi una grande capacità di adattamento, sia verso l’ambiente che sè stessi. Si
impara a negoziare con i propri limiti e le proprie capacità, sviluppando una maggior capacità di
problem solving.
Ecco perchè gli psicologi che studiano il fenomeno, affermano che il viaggio è anche interiore.
Impariamo a conoscerci in quanto persone disposte ad adattarsi all’ignoto e questo, spesso, è una
grande sfida. Imparare ad affrontare l’ignoto porta a migliorare la nostra autostima, facendoci
sentire in grado di affrontare difficoltà, come può essere la lontananza da casa e dai nostri familiari.
Che si viaggi per puro piacere o per questioni economiche, possiamo utilizzare il viaggio stesso come
bagaglio di conoscenze di noi stessi e del nostro modo di relazionarci con l’ambiente.


Il film consigliato: Mangia, prega, ama

Mangia prega ama (Eat Pray Love) è un film del 2010  diretto da Ryan Murphy e basato sul libro autobiografico di Elizabeth Gilbert “Mangia, prega, ama – Una donna cerca la felicità”

La protagonista Elizabeth, interpretata da Julia Roberts, vive un momento di profonda crisi interiore che la porterà a mettere in discussione tutte le certezze della sua vita apparentemente perfetta. E’ da questo momento di sconvolgimento interiore che nasce la sua voglia di intraprendere lasciare tutto e di partire per un lungo viaggio intorno al mondo che le permetterà di vedere la vita da nuove angolazioni.

Da sottolineare la presenza di un cast di tutto rispetto (Julia Roberts, Javier Bardem, James Franco, Billy Crudup e Richard Jenkins) e la colonna sonora di cui, tra gli altri, spiccano i brani di Eddie Vedder e Neil Joung.


Link utili:

Viaggi avventure nel mondo

Interrail

Il cammino di Santiago

Zingarate

Be first to comment

12 − 9 =