Quando la timidezza diventa un disagio personale

La timidezza è una caratteristica personale che fa parte dei tratti temperamentali di una persona. Teoricamente è stata definita come “l’incapacità di rispondere in modo adeguato alle situazioni sociali” (Henderson, Zimbardo, Carducci, 2010). Chi ha un temperamento timido sarà maggiormente riservato, sensibile e magari un po’ impacciato nelle situazioni sociali.

Di per sé la timidezza non va considerata un problema o un disturbo patologico, ma per alcune persone può sfociare in un disagio importante. Le persone timide in genere fanno fatica a mostrarsi per ciò che sono e finiscono col restare in disparte per non farsi notare. Questo limita fortemente le esperienze e la conoscenza di persone nuove, creando delle barriere personali, sociali e professionali, che a lungo andare possono provocare sentimenti di isolamento e situazioni di emarginazione.

In particolare, quando la timidezza diventa eccessiva, può sfociare in ansia sociale o fobia sociale. L’ansia sociale si traduce nell’evitamento di situazioni sociali che creano una forte sensazione di malessere e disagio personale.

Cos’è l’ansia sociale e come si manifesta

La timidezza spesso è amplificata dal timore del confronto con gli altri, in particolare dalla paura di ricevere un giudizio negativo. Di conseguenza, le persone timide tendono a non esporsi troppo e a restare nell’ombra. Quando tale atteggiamento provoca sofferenza mentale e disagio, la timidezza può prendere le sembianze dell’ansia sociale.

La fobia sociale (o disturbo d’ansia sociale) è un disturbo psicologico caratterizzato da un’intensa paura di affrontare situazioni sociali e di esporsi al giudizio altrui. L’ansia sociale si accompagna spesso a insicurezza, bassa autostima, forte timore di essere giudicati negativamente dagli altri. Ciò che differenzia la fobia sociale dalla timidezza è proprio la presenza dei caratteristici sintomi dell’ansia (che abbiamo trattato in un precedente articolo): i sintomi dell’ansia possono essere fisici (tachicardia, sudorazione, tremore etc.) e psicologici (pensieri intrusivi negativi, atteggiamento evitante etc.).

Secondo il DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali) il disturbo d’ansia sociale si manifesta mediante i seguenti sintomi:

  • Ansia o marcata paura riferita a situazioni sociali in cui l’individuo è esposto al giudizio degli altri (ad es. un’interrogazione, un esame universitario, un colloquio di lavoro…);
  • Timore di mostrare i sintomi dell’ansia, di essere valutato negativamente dalle altre persone e di essere esposti a imbarazzo e umiliazioni;
  • L’ansia è fortemente correlata a situazioni sociali;
  • Evitamento di situazioni sociali che creano disagio (feste, palestre, luoghi affollati…);
  • L’ansia e la paura manifestata sono eccessive o sproporzionate rispetto alla minaccia reale rappresentata dalla situazione sociale considerata;
  • La paura, l’ansia e l’evitamento di situazioni sociali causano nella persona un disagio clinicamente significativo, con ripercussioni negative sul funzionamento sociale, lavorativo o di altre aree vitali per la persona.

Quali sono le cause della fobia sociale

Le cause della fobia sociale possono definirsi multifattoriali, ovvero esistono più cause differenti che possono sfociare nello stesso disturbo. Nel caso dell’ansia sociale vi è una combinazione di fattori interni (componenti genetiche-biologiche e caratteristiche psicologiche) e di fattori esterni (esperienze sociali negative, traumi, abusi psicologici, maltrattamenti familiari etc.) che contribuiscono all’insorgenza e al mantenimento del disturbo.

Un primo fattore scatenante può risiedere proprio nel temperamento di una persona: chi è già tendenzialmente timido, insicuro, sensibile etc. avrà maggiori probabilità di sviluppare una fobia sociale, se tali fattori personali si associano a particolari condizioni ambientali. Per tale motivo è molto importante considerare la timidezza come una caratteristica di personalità e non come un “problema”, fin dall’infanzia, per evitare che i bambini un po’ più riservati crescano con la convinzione di avere qualcosa che non va.

Come superare l’ansia sociale e la timidezza

L’ansia sociale e la timidezza sono due situazioni personali differenti e pertanto richiedono due interventi differenti. La timidezza è una caratteristica personale e non va assolutamente “patologizzata”, al contrario, dovrebbe essere accettata e valorizzata, fino a considerarla una risorsa. A volte è proprio l’accettazione di una persona così com’è il vero motore del cambiamento. Se accettiamo la timidezza senza contrastarla, favoriamo un clima relazionale sereno, non creiamo false aspettative e, soprattutto, non creiamo disagio nelle persone timide. In tal modo, chi è timido si sentirà accettato e a proprio agio, tanto da aprirsi maggiormente nel gruppo e prendersi il proprio spazio.

Per quanto riguarda, invece, l’ansia sociale essa necessita di un trattamento particolare e il coinvolgimento di uno psicologo. Innanzitutto è importante agire sui sintomi ansiosi: mediante un percorso di psicoterapia è possibile risalire alle cause e ai significati di questi sintomi, al fine di ridurre l’impatto sulla vita della persona.

Chi soffre di ansia sociale dovrà essere aiutato a “riconquistare” quegl

i spazi sociali e vitali che sono stati “mangiati” dall’ansia sociale. In maniera graduale, la persona con ansia sociale si riavvicinerà a quei contesti sociali che prima evitava e ne trarrà finalmente beneficio. Altro obiettivo importante del trattamento specializzato per i disturbi d’ansia è il controllo del cosiddetto “rimuginio anticipatorio” (di cui abbiamo parlato in un recente articolo). Come tutte le persone ansiose, anche chi soffre di fobia sociale è spesso assalito da pensieri intrusivi, ripetitivi e dal contenuto negativo. Stavolta il tema-chiave della ruminazione ansiosa è la paura di essere esposto a giudizi negativi, imbarazzo, umiliazioni. Far “uscire dalla mente” questi pensieri mediante le parole, consente di verbalizzare un vissuto interiore: questa è la chiave del percorso di psicoterapia.

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